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Principessa (eBook, ePUB)




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Hersteller:Anton Cechov
Stand:2015-08-04 03:50:33

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Produktbeschreibung

Questa traduzione è stata realizzata con le allieve del corso di traduzione artistica russo-italiano presso la Civica Scuola Interpreti Traduttori di Milano nell´anno accademico 2013-2014. Ecco un brano tratto dalla postfazione (contiene spoiler): «Il dizionario di psicoanalisi ci dà questa definizione tecnica del Falso Sé che, in termini artistici, ?ehov ci dà nel racconto. Non a caso il protagonista è un medico, ed è lui a tracciare a grandi linee la case history. La protagonista, come è tipico di questo profilo patologico, deve continuamente tacitare la propria coscienza. In questo è rivelatoria la metafora dell´uccellino: «E sentendo che ognuno d?istinto lo pensava, sorrideva ancora più affabile e tentava di somigliare all?uccellino». La self-consciousness che non manca alle persone affette da questa sindrome si manifesta esplicitamente anche in questo altro passo: «Nel tentativo di sembrare un uccellino, la principessa svolazzò nell?equipaggio annuendo da tutte le parti». Nei pazienti affetti da falso Sé, ci si crea un´immagine a cui si aspira a identificarsi, e si riesce a vivere come normale la continua alternanza tra la rotaia della realtà e la rotaia della forzata coincidenza con l´uccellino o altre metafore: la personalità diventa un binario. Un´altra dicotomia del binario è quella tra sazietà e fame, tra avidità e miseria. Mentre la servitù fa la fame, la principessa mangia a scrocco in monastero tutte le sue prelibatezze preferite, costringendo i monaci ad acquistare e a preparare cibi tutt´altri che monastici. Sull´altro versante, i cuochi costretti a lavorare in condizioni disumane diventano ciechi e vanno a chiedere la carità. A coronare queste dicotomie c´è quella tra fortuna e sfortuna, che costella l´intero racconto ed è emblematica del falso Sé: il falso Sé è sfortunato: «Mi fa paura guardarmi indietro: quanti cambiamenti, sfortune varie, quanti errori». Ma il vero Sé (nel dialogo autocomunicativo) è fortunato, come nella frase conclusiva: «Come sono fortunata!» Tutta intenta in questo dialogo interno tra falso Sé e vero Sé, un dialogo vero e proprio che in certi passi si esplicita con vere battute di discorso diretto: «Cos´altro potrei dirgli?» pensò la principessa. la principessa è totalmente incapace di empatia, cosa che le permette di vivere benissimo sotto la copertura del destino sfortunato. Nel suo narcisismo ottuso si preoccupa unicamente che le sue penne siano lucide e colorate, facendo a gara con l´uccellino».


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